
dott.ssa Veronica Gobbetto
psicoterapeuta
Lo psicoterapeuta è il professionista psicologo, che ha conseguito una Specifica formazione professionale di durata almeno quadriennale, presso scuole pubbliche o private. Tale formazione consente l’acquisizione di metodologie per il trattamento delle patologie in ambito psicologico. Per esercitare la professione di psicoterapeuta è obbligatorio essere iscritti all’Albo professionale degli psicologi o dei medici.
PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
La terapia cognitivo-comportamentale ha alcune caratterische specifiche
Pratica e concreta. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico, la riduzione o eliminazione dei rituali compulsivi o delle malsane abitudini alimentari, la promozione delle relazioni con gli altri, e cosi via.
Centrata sul “qui ed ora: la terapia si preoccupa di attivare tutte le risorse del paziente stesso e di insegnare valide strategie essa è centrata sul presente e sul futuro.
A breve termine e orientata allo scopo. La psicoterapia comportamentale e cognitiva è più orientata ad uno scopo, lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
Attiva. Sia il paziente che il terapeuta giocano un ruolo attivo, il terapeuta cerca di insegnare strategie e il paziente, a sua volta, lavora al di fuori della seduta terapeutica per mettere in pratica ciò che ha appreso in terapia.
Collaborativa. Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il paziente alla risoluzione dei propri problemi.
Scientificamente fondata. È stato dimostrato attraverso studi controllati che i metodi cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace per numerosi problemi di tipo clinico. È stato dimostrato che è efficace almeno quanto gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utile nel prevenire le ricadute.
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder, obesità.
Questo tipo di disturbo non è una scelta e non è sufficiente alimentarsi o mettersi a dieta per risolvere il problema come spesso dice il senso comune.
Questo tipo di patologia è subdola, ingannevole e non è risolvibile se non si usano delle tecniche adeguate. È possibile curarsi e guarire, ma bisogna farlo con percorsi terapeutici corretti.
L’intervento si basa sulla terapia cognitivo e comportamentale specifica per tali disturbi (formazione specifica con il conseguimento del 1st Certificate of
Professional Training in Eating Disorders and Obesity. Vedi Aidap)
DISTURBI D’ANSIA
Attacco di panico, ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo e ipocondria
DEPRESSIONE e depressione post partum
TERAPIA DI COPPIA
Stare in coppia vuol dire trovare un modo personale per stare insieme ad un’altra persona.
Non sembra essere così semplice. In Italia la durata media del matrimonio è di 12 anni al momento della separazione, di 16 anni all’atto del divorzio.
La Terapia cognitivo-comportamentale nasce come intervento a breve termine.
Come primo passo, il terapeuta costruirà un rapporto positivo con i membri della coppia e “imparerà la loro danza” attraverso un colloquio congiunto, a cui seguiranno uno o due colloqui individuali per comprendere la storia della coppia e della famiglia.
Il terapeuta valuterà gli aspetti:
– cognitivi (ad esempio le percezioni, le aspettative della coppia);
– comportamentali (ad esempio le capacità comunicative, il modo di interagire passato,
– i punti di forza e le debolezze della coppia);
– emotivi (ad esempio le emozioni positive e quelle negative, come rabbia,
depressione, ansia, gelosia) emersi da questa prima fase di analisi.
Quindi:
– identificherà gli schemi o le credenze dei partner rispetto alle relazioni in generale;
– individuerà i pensieri dominanti sulla loro relazione;chiarirà il modo in cui tutto ciò influenza i loro comportamenti e le loro emozioni.
– elaborerà infine una proposta di trattamento e si potrà a questo punto iniziare il percorso terapeutico, solo però se la coppia sarà convinta dell’utilità del trattamento per la risoluzione dei propri problemi.
La terapia di coppia può essere utile anche nel caso di separazione, in quanto può evitare rotture traumatiche e con pesanti strascichi.
Se la coppia ha dei figli, questo è uno spazio molto importante che permette:
1) di gestire le emozioni negative, che a volte portano a impulsività, conflitti, desiderio di vendetta;
2) di non manipolare (inconsapevolmente) i figli né portarli a schierarsi dalla parte di un genitore. Dobbiamo ricordare che i bambini, anche molto piccoli, si rendono conto del clima emotivo familiare e di come stanno i genitori, e spesso si chiedono se la separazione dei genitori sia colpa loro.
E’ quindi fondamentale parlare ai bambini della separazione, in termini per loro comprensibili, senza attribuire colpe, ma facendo vedere che i genitori sanno gestire la situazione e restano comunque presenti e disponibili per i figli, anche se non sono più una coppia.
EMDR Eye Movement Desensitizazion and Reprocessing
L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressante.
Il Trauma Psicologico può essere definito come una “ferita dell’anima”, come qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.
Esistono i “piccoli traumi” o “t”, come un’umiliazione subita, attacchi di panico, interazioni brusche con persone significative, etc. Accanto a questi, si collocano i “grandi traumi” o “T” come lutti, disastri naturali, abusi, incidenti etc.
Nonostante le due tipologie di trauma siano molto differenti, la ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi.
Un evento traumatico porta il nostro organismo e il nostro cervello ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70-80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico.
Ma cosa succede quando questo non avviene?
Le persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni, emozioni e pensieri negativi e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le persone che hanno vissuto traumi importanti nel corso della vita portano i segni anche a livello cerebrale, mostrando, ad esempio, un volume ridotto sia dell’ippocampo che dell’amigdala. Queste scoperte, avvenute negli ultimi anni grazie all’utilizzo di strumenti di indagine sempre più sofisticati, gettano luce sulla stretta connessione mente-corpo.
Proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.
Dal 2010 la Terapia EMDR è stata riconosciuta come approccio psicoterapeutico (Prochaska&Norcross, 2010). Nel 2011 l’Amministrazione per i Servizi di Sanità Mentale degli Stati Uniti (SAMHSA), ha riconosciuto la psicoterapia EMDR tra i trattamenti più empiricamente validati (evidence-based) ed efficaci nel trattamento dell’ansia, depressione e del PTSD.
Dal 2013 è inclusa nelle raccomandazioni dall’OMS come psicoterapia di
elezione per il trattamento del Disturbo Postraumatico da Stress (PTSD) nei bambini, adolescenti e adulti